Racconti Erotici > incesto > Passione a Ibiza -4- Amnesia Peccaminosa
incesto

Passione a Ibiza -4- Amnesia Peccaminosa


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
19.05.2025    |    4.958    |    0 7.4
"Senza dire una parola, la spinsi contro la parete fredda di ceramica, premendo il mio corpo contro il suo..."
---Alessio---

La quarta sera a Ibiza fu una di quelle che ti si incastrano dentro, che ti fanno sentire vivo fino all’osso. Dopo giorni passati a consumarci tra spiagge isolate e angoli segreti, io e Gaia decidemmo di tuffarci nella movida dell’isola, di lasciarci travolgere da quel caos di luci, suoni e corpi che solo Ibiza sa regalare. Mi misi una camicia di lino bianca, sbottonata quel tanto che serviva per sentire la brezza calda della notte accarezzarmi il petto. Gaia, invece, scelse una gonna corta di jeans che le stringeva i fianchi come una seconda pelle e un top nero quasi trasparente, che lasciava intravedere la curva dei suoi seni sotto le luci al neon. Era un invito vivente, e io già sentivo il desiderio montarmi dentro solo a guardarla.

Puntammo dritti all’Amnesia, una delle discoteche più leggendarie di Ibiza, un posto dove la techno ti entra nelle vene e le notti si dissolvono in un delirio di eccessi. Appena entrammo, fui colpito da un muro di calore: il sudore di centinaia di corpi che si muovevano all’unisono, l’odore di alcol mescolato a profumo e pelle umida, il pavimento che tremava sotto i piedi al ritmo dei bassi, profondi e incessanti. Le luci stroboscopiche tagliavano l’aria, lampeggiando a scatti, dando a tutto un’aria surreale, come se il tempo si fosse inceppato. Al centro della pista, una macchina sparava schiuma che ricopriva i ballerini, rendendo i loro movimenti selvaggi, quasi primitivi. Era un caos perfetto, e noi ci buttammo dentro senza pensarci due volte.

Ci facemmo strada fino al bancone, ordinando due mojito. Il primo sorso fu un pugno di freschezza, la menta e il lime che si mischiavano al calore del rum mentre guardavo Gaia bere, le sue labbra che sfioravano il bicchiere con una sensualità che mi faceva ribollire.

“Fratellino che dici, ci diamo dentro?,” mi disse con un sorriso che prometteva tanti guai, e io annuii, già perso nell’adrenalina che mi scorreva nelle vene. Ballammo per ore, avvinghiati, le mani che scorrevano senza pudore sui nostri corpi. La sua pelle era calda, scivolosa di sudore, e ogni contatto era una scarica elettrica che mi mandava il sangue in ebollizione. L’alcol ci scioglieva i freni, e a un certo punto non ne potei più: la presi per il polso e la trascinai verso i bagni, il cuore che mi esplodeva nel petto.

Spinsi la porta del bagno degli uomini con un calcio, fregandomene di chi c’era dentro. L’aria lì era pesante, un mix acre di disinfettante, urina e fumo stantio. I muri erano coperti di graffiti, scritte volgari e disegni sbavati che urlavano trasgressione.

Tirai Gaia dentro un cubicolo stretto, chiudendo la porta con un tonfo secco. I suoi occhi brillavano nella penombra, le pupille dilatate dall'eccitazione e dall'alcol. Senza dire una parola, la spinsi contro la parete fredda di ceramica, premendo il mio corpo contro il suo. Le sue mani mi afferrarono i capelli, tirandomi verso di lei con una forza che non le conoscevo.

"Voglio il tuo cazzo... adesso," mi sussurrò all'orecchio, mordendomi il lobo con una ferocia che mi fece gemere.

Le mie mani scivolarono sotto il suo top, sentendo la pelle calda e umida sotto le dita. I suoi seni erano turgidi, i capezzoli rigidi che premevano contro il tessuto sottile. Mentre le mie labbra tracciavano una scia di baci lungo il suo collo, la sua mano scese decisa verso la mia cintura, slacciandola con impazienza.

Fuori, la musica martellava contro le pareti, coprendo i nostri respiri affannosi. I bassi uscivano a palla dalle casse e pulsavano in sincrono con il nostro desiderio, un ritmo primitivo che ci spingeva l'uno verso l'altra con urgenza animale.

Le dita di Gaia si infilarono nei miei jeans con decisione, trovandomi già duro come il marmo. Un gemito mi sfuggì dalle labbra quando iniziò ad accarezzarmi, la sua mano che si muoveva con un ritmo che sembrava seguire la techno che rimbombava fuori.

"Shh," mi fece, premendo le labbra contro le mie in un bacio che sapeva di rum e desiderio. "Qualcuno potrebbe sentirci."

Ma era proprio quel rischio a renderci così eccitati. La possibilità che qualcuno potesse entrare, che la porta del cubicolo potesse aprirsi in qualsiasi momento.

Con un movimento fluido, le sollevai la gonna fino alla vita, rivelando che non indossava nulla sotto. La mia mano scivolò tra le sue cosce, trovandola già bagnata, pronta per me. I suoi fianchi si mossero contro le mie dita, cercando più contatto, più pressione.

"Cazzo, Ale," ansimò nel mio orecchio. "Ti voglio dentro... adesso."

Non potevo resistere a quella richiesta. La sollevai, facendole avvolgere le gambe attorno ai miei fianchi mentre la spingevo contro la parete. Con una spinta decisa entrai dentro di lei, sentendola sussultare e stringersi attorno a me. La sua schiena sbatté contro la parete mentre iniziavo a muovermi, con spinte profonde che la facevano gemere ad ogni colpo. Le sue unghie mi graffiavano la schiena sotto la camicia, lasciando segni che avrei portato con orgoglio per giorni.

"Più forte," mi ordinò con voce rotta, mordendomi la spalla per soffocare un grido. I suoi seni rimbalzavano al ritmo delle mie spinte, ipnotici sotto le luci fioche del bagno.

Il cubicolo sembrava vibrare al ritmo della musica e dei nostri corpi. Sentivo gocce di sudore scivolarmi lungo la schiena mentre aumentavo il ritmo, perdendo completamente il controllo. Gaia mi stringeva i capelli così forte che quasi faceva male, ma quel dolore si fondeva con il piacere in un cocktail esplosivo.

Qualcuno entrò nel bagno, sentimmo passi avvicinarsi. Per un istante ci fermammo, trattenendo il respiro, i nostri corpi ancora uniti in quella danza proibita. Ma non appena i passi si allontanarono, riprendemmo con ancora più foga, eccitati dal pericolo, dal sapore proibito di quell'incontro furtivo.

Sentivo l'orgasmo avvicinarsi, un'onda di calore che mi saliva dal basso ventre. Gaia doveva essere vicina anche lei, perché i suoi muscoli interni iniziarono a contrarsi attorno a me in modo quasi doloroso.

"Sto per venire," mi sussurrò con voce rotta, le labbra schiuse in un'espressione di puro abbandono.

La baciai con ferocia per soffocare il suo grido mentre l'orgasmo la travolgeva, il suo corpo che tremava contro il mio. Le sue contrazioni mi spinsero oltre il limite. Fui veloce, uscii da lei, la feci abbassare e le sborrai sulle tette.

Il liquido caldo si disperse sul suo petto, mescolandosi al sudore che già imperlava la sua pelle. Gaia mi guardò con occhi di fuoco, passando un dito sulla scia umida e portandoselo alle labbra con un sorriso malizioso.

"Sei un animale," sussurrò, leccandosi le labbra mentre mi fissava.

Ci sistemammo rapidamente, cercando di darci un aspetto presentabile. La sua gonna era ancora stropicciata, il mio collo segnato dai suoi morsi. Chiunque ci avesse visto avrebbe capito. Ma non ci importava.

Uscimmo dal cubicolo trovando il bagno vuoto, un miracolo considerando il locale pieno. Gaia si fermò davanti allo specchio, aggiustandosi i capelli selvaggi mentre io le stavo dietro, le mani che non potevano fare a meno di accarezzarle i fianchi.

"Cosa direbbe la mamma se ci vedesse in questo stato, fratellino?" mi provocò, guardandomi attraverso lo specchio con un'espressione che mi fece subito indurire di nuovo.

"Non lo saprà mai," risposi con un sorriso complice, stringendole i fianchi mentre le nostre immagini si riflettevano nello specchio macchiato. "Non vorrai farla morire prematuramente?"

Tornati in pista, l'atmosfera sembrava ancora più elettrica. La nostra trasgressione ci aveva caricato di un'energia nuova, come se avessimo violato qualche codice segreto che ci rendeva invincibili. La schiuma cadeva dal soffitto, rendendo tutto scivoloso, onirico. I corpi attorno a noi si muovevano come in trance, ma nessuno brillava come Gaia sotto quelle luci stroboscopiche.

Un DJ con i capelli platino aveva preso possesso della consolle, lanciando beat che sembravano scavarti dentro, farti vibrare le ossa. Gaia iniziò a ballare davanti a me, muovendo i fianchi con una lentezza studiata che contrastava con il ritmo frenetico della musica. Il suo top, ancora umido, le aderiva al corpo come una seconda pelle.

Un brivido mi percorse la schiena nel vederla così, spudorata e fiera di portare la mia sborra su di sé, come un marchio invisibile agli altri ma perfettamente chiaro tra noi. Lo sentivo nell'aria, quel nostro segreto condiviso che rendeva tutto più intenso.

Mi avvicinai alle sue spalle, circondandole la vita con le braccia mentre ballavamo, i nostri corpi che si muovevano come un'unica entità. Le luci stroboscopiche frammentavano i suoi movimenti, rendendola una visione quasi soprannaturale. Le sussurrai all'orecchio: "Sei così troia, lo sai?"

Lei si voltò appena, il profilo del suo viso illuminato da un lampo blu elettrico. "E tu sei un gran maiale, anzi un porco con il pedigree," rispose, premendo il sedere contro il mio inguine con una rotazione dei fianchi che mi fece subito reagire.

******************************
Il mio amico(utente di A69) che rimarrà sconosciuto a voi, visto che desidera rimanere anonimo mi ha chiesto di scrivere una nuova storia incentrata sulla relazione che ha con la sorella. Mi ha raccontato brevemente di una loro vacanza ad Ibiza e io ho iniziato a tessere una ragnatela di immagini e situazioni che sono diventate alla fine un romanzo. Troppo lungo per essere rinchiuso in una sola storia. Quindi ho deciso di pubblicare ogni settimana 3 capitoli per rendere la lettura più piacevole e scorrevole. Vi ricordo che esistono altre due storie con Alessio e Gaia: Un gioco Proibito e il Segreto di Alessio e Gaia. Ho impiegato quasi un mese a scrivere questa storia e spero che vi possa piacere e soprattutto eccitare. Se poi riceverò tanti commenti positivi e tante letture, come normalmente accade, trasformerò questa storia in un romanzo vero e proprio che verrà pubblicato. Dimenticavo di dirvi che tutto quello che leggerete è tutto frutto della mia fantasia, che ha attinto a qualche mia esperienza reale del passato. Spero possa piacervi ed eccitarvi così tanto da scrivermi e propormi un’avventura tra di noi …
******************************

Eccoci qua: tocca a voi decidere se sono un genio incompreso o solo un tizio che si illude di saper scrivere. Dai, un votino non me lo potete negare, non siate tirchi! E se vi va, buttate lì un commento: anche uno di quelli che strappa una risata, che male non fa.

Scrivo queste storie perché mi piace farvi viaggiare con la fantasia, ma, lo ammetto, anche per mettermi un po’ in vetrina. Sono tipo un venditore di sogni proibiti, di quelli che piazzano la bancarella all’angolo della strada. E sì, ho un debole per le donne, non lo nego, ma non ho un “tipo” fisso. Mi piace variare, sperimentare, buttarmi nel caos delle possibilità.

Se vi va di entrare nel mio club di fan (o meglio, di complici), fatevi avanti. Chissà, magari insieme possiamo inventare , o vivere, ancora meglio, una storia ancora più folle. Io sono un maestro della pubblicità subliminale, mi vendo tra le righe, ma il modo migliore per capirmi è conoscermi di persona. Poi si vedrà dove ci porta la corrente!

Potete contattarmi qui su A69 o su Te. am, stesso nick: giorgal73.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
7.4
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per Passione a Ibiza -4- Amnesia Peccaminosa:

Altri Racconti Erotici in incesto:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni